Paga per Correre, Savio pronto a fare ricorso: “Mai violato alcun regolamento”
Gianni Savio “sconcertato e allibito” in seguito alla nuova sentenza sul caso Paga per Correre. Il CAF ha oggi ribaltato parzialmente la prima sentenza, decidendo per una inibizione di tre mesi al team manager torinese, oltre ad Angelo Citracca. Una decisione che il dirigente della Androni – Sidermec intende impugnare, ricorrendo al Collegio di Garanzia del CONI, non appena saranno depositate le motivazioni di questa nuova decisione, dopo che invece nel primo grado, a novembre, era stato deciso per una completa assoluzione per tutti gli imputati. In una lettera, che riportiamo di seguito, Gianni Savio commenta la sentenza e spiega le sue motivazioni.
Prendo atto, sconcertato e allibito, della sentenza della CAF – che andrò a impugnare – ove mi si commina una sospensione di tre mesi riguardante il corridore Patrick Facchini. Ribadisco di non aver mai violato alcun regolamento né sportivo né etico-morale e infatti nel fascicolo processuale non vi sono prove o indizi contrari alla mia lealtà.
Con il mio Legale Avvocato Giuseppe Napoleone abbiamo concordato di ricorrere al Collegio di Garanzia del CONI, non appena depositate le motivazioni.
Tengo comunque a precisare che le altre altrettanto assurde accuse che mi sono state mosse dalla Procura Generale del CONI, relative ai casi Mammini e Malaguti, non hanno trovato accoglimento nella sentenza della CAF che ha respinto la richiesta di inibizione per diciotto mesi nei miei riguardi.
Ritornando al caso Facchini, ecco l’esatta esposizione dei fatti: a fine 2012 – quando il nostro organico per la stagione 2013 era ormai completo – mi interpellò il corridore Patrick Facchini, dicendomi di essere interessato al passaggio al Professionismo nella nostra squadra. Risposi che le risorse economiche destinate all’ingaggio di corridori erano ormai esaurite e quindi non avrei potuto assumere nuovi atleti. Il Signor Facchini mi disse che il consorzio Valli del Chiese sarebbe stato interessato a sostenere una sponsorizzazione coinvolgendo anche una azienda importante quale la BM GROUP e aggiunse che un funzionario del Consorzio avrebbe voluto conoscermi in quanto interessato a promuovere il loro marchio attraverso il mondo del Ciclismo. Mi recai nella sede del Consorzio e – preso atto del loro reale interesse a una promozione pubblicitaria – iniziai una trattativa che si concluse con un accordo di sponsorizzazione, sia con il Consorzio sia con la BM GROUP, per la presenza dei due marchi sulle maglie ufficiali di gara nella stagione 2013. Il funzionario del Consorzio e il dirigente della BM GROUP caldeggiarono l’ingaggio del corridore Patrick Facchini e io accettai perché il corridore era in possesso delle qualità sportive per passare professionista, avendo vinto alcune corse di prestigio del calendario dilettanti.
Intendo altresì precisare che l’integrazione istruttoria disposta dalla CAF, attraverso l’escussione del Legale Rappresentante della BM Group e del Presidente del Consorzio Val di Chiese, è stata completamente a me favorevole. Infatti, a specifica domanda dell’Avvocato Napoleone su quale fosse la finalità della sponsorizzazione, i due testi hanno confermato che la stessa era mirata alla promozione pubblicitaria attraverso il ciclismo e, nel dettaglio, attraverso la nostra squadra.
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